Coronavirus e mutui a tasso fisso: quanto si risparmia?

ll tasso Eurirs continua a scendere fornendo ghiotte occasioni per le surroghe

Tassi sui mutui in caduta libera, soprattutto per quanto riguarda l’Eurirs, riferimento per i contratti a tasso fisso. Quanto si risparmia oggi accendendo un mutuo?

L’emergenza coronavirus, unita ad altre incertezze di mercato, in primis la situazione petrolifera attuale, sta spostando gli investimenti verso i beni rifugio come l’oro o il Bund tedesco. Questa situazione, che abbassa ulteriormente i rendimenti (e quindi i tassi di interesse) obbligazionari si riflette sui tassi e in particolare si sta riverberando sull’Eurirs a 20 anni, in continua discesa ormai da diverso tempo dando luogo a Taeg fino allo 0,77%.

Coronavirus e risparmi sul mutuo

Il che significa che chi debba stipulare un mutuo a tasso fisso a marzo 2020 può ritrovarsi a risparmiare anche 9 mila euro di interessi rispetto a chi lo abbia stipulato a gennaio e oltre 20 mila rispetto a chi lo abbia stipulato lo scorso anno. Il che rende appetibili nuove surroghe. I dettagli nelle simulazioni di Facile.it, chiuse il 9 marzo 2020 quando l’Eurirs giungeva a -0.08% contro un valore di +0.32% a inizio febbraio.

La simulazione riguarda un mutuo a tasso fisso, 126.000 euro con Ltv al 70%, da restituire in 25 anni:

Simulazione 1: Mutuo a tasso fisso a marzo 2020 vs tassi a gennaio 2020

Miglior TAEG marzo 2020: 0,77% (era 1,24% a gennaio 2020)

Rata mensile: 455 euro (era 485 euro a gennaio 2020)

Risparmio mensile: 30 euro

Totale interessi risparmiati: 9.000,00 euro

Simulazione 2: Mutuo a tasso fisso a marzo 2020 vs gennaio 2019

Miglior TAEG marzo 2020: 0,77% (era 1,95% a gennaio 2019)

Rata mensile: 455 euro (era 529 euro a gennaio 2019)

Risparmio mensile: 74 euro

Totale interessi risparmiati: 22.200 euro

Come fare per approfittare? Dato che dalla domanda alla stipula passa del tempo, potrebbe variare anche il valore Eurirs. Se possibile, quindi, è bene chiedere alla banca che “congeli” il livello di Eurirs al giorno di presentazione della domanda e non consideri, come spesso accade, quello attivo il giorno in cui viene approvata la situazione reddituale del richiedente o, anche, quello attivo il giorno dell’effettiva stipula.