La divisione di immobili in comunione ereditaria equivale a una vendita?
Rivoluzione in arrivo per i beni immobili in comunione ereditaria. Le Sezioni unite della Cassazione hanno recentemente stabilito che per le divisioni valgono le stesse regole degli atti tra vivi. Vediamo nel dettaglio cosa comporta questa sentenza.
La questione sciolta con questo recente pronunciamento (sentenza n. 25021, depositata il 7/10/2019) è quella che riguardava il dubbio se la divisione di immobili rientrasse o meno tra il novero degli atti per i quali va rispettata (a pena nullità) la normativa che riguarda la regolarità edilizia dei fabbricati.
Ma soprattutto, serviva chiarezza su un’altra questione fondamentale: la divisione di una comunione ereditaria dipende da un atto a causa di morte, e pertanto viene sottratta alla normativa in tema di regolarità edilizia dei fabbricati? Ecco come si è espressa la Cassazione:
- la divisione di una comunione ereditaria è un atto tra vivi e non a causa di morte e, pertanto, vi si applica la medesima normativa dettata per gli atti tra vivi traslativi di beni immobili;
- alle divisioni di immobili (sia nella comunione ordinaria che in quella ereditaria) si applicano sempre le norme sulla regolarità edilizia dei fabbricati oggetto del contratto, a prescindere dalla data di costruzione;
- la divisione ha efficacia retroattiva ma non ha natura dichiarativa, bensì traslativa, quindi lo scioglimento della comunione ereditaria, nel caso abbia in oggetto fabbricati abusivi è sottoposto allo stesso trattamento giuridico della comunione ordinaria;
- il provvedimento del giudice che dispone la divisione non può essere adottato se non vi è il rispetto della normativa prescritta, a pena di nullità, per gli atti traslativi di beni immobili in tema di regolarità edilizia di fabbricati oggetto di divisione.